Perché oltre il 90% della formazione linguistica è ancora gestita in presenza?
In Italia la formazione in presenza rappresenta ancora il 91% della formazione professionale continua, soprattutto per quanto riguarda i due principali argomenti, l’informatica e le lingue.
In ambito di formazione linguistica, negli ultimi dieci anni quella a distanza ha conquistato più del 5% del mercato mondiale e tale percentuale è in costante aumento.
In Italia la dimensione del mercato del training linguistico a distanza è ancora trascurabile.
Le scuole di lingue, spesso locali, sostengono, in genere, costi incomprimibili (affitti, stipendi degli insegnanti, …), e sono poco inclini a promuovere corsi a distanza perchè sospettano, a ragione, che possano erodere la loro offerta in presenza. Le scuole tradizionali di lingue detengono storicamente la totalità del mercato e sono migliaia a fronte di una dozzina scarsa di fornitori di formazione a distanza.
Le cose, tuttavia, stanno cambiando: in misura sempre più crescente, i corsi a distanza vengono considerati, a tutti gli effetti, al pari di quelli in presenza, ottenendo il meritato riconoscimento.
In un caso su tre, la formazione in presenza è una parte di un percorso di ‘blended learning’.
Quali sono i vantaggi del training in presenza rispetto a quello a distanza?
I principali vantaggi della formazione in presenza possono essere così riassunti: il decentramento spaziale, il decentramento temporale, la dinamica di gruppo, la comunicazione non verbale e paraverbale, un’esperienza emotiva importante, la simulazione di situazioni reali.
Anche la formazione a distanza è in grado di svolgere il suo compito?
La formazione a distanza offre altri vantaggi non trascurabili: oltre a essere economicamente vantaggiosa, e a proporre contenuti adattati e personalizzati, è in grado di offrire sul piano didattico una flessibilità con la quale le lezioni in presenza non possono competere: maggiore accessibilità al contenuto e al formatore, scelta delle fasce orarie di formazione e dell’insegnante (in funzione del sesso, dell’età, dell'accento, della localizzazione), della formula (piattaforma, telefono, videoconferenza individuale o di gruppo), della durata (30, 45 o 60 minuti), del dispositivo (computer, tablet, smartphone) e della modalità di interazione (lavagna virtuale, chat).
La formazione a distanza risente di una forte inerzia culturale che privilegia la formazione in presenza. Tale inerzia sta in realtà, iniziando lentamente a scomparire e la transizione sta avvenendo in modo progressivo. Il numero medio delle ore di formazione in presenza si è, infatti, dimezzato a partire dal 2000.
Nel contempo, la formazione «one to one» a distanza viene spesso considerata dagli studenti a buon mercato ma di scarsa qualità. Infatti, alcuni organismi di formazione a distanza privilegiano insegnanti a basso costo, spesso situati in Asia e non madrelingua. Se escludiamo tali casi, la soddisfazione del cliente è, in genere, superiore nel caso della formazione a distanza, per tutte le ragioni esposte nella tabella precedente.
Per molti acquirenti (direttori HR e responsabili di formazione) la scelta della modalità a distanza è ancora considerata rischiosa. Possiamo constatare, tuttavia, che le aziende più dinamiche e innovative, che hanno iniziato a sperimentare la formazione a distanza più di 10 anni fa, ne traggono oggi cospicui vantaggi e confermano la loro adesione anno dopo anno.
Entro il 2030, pertanto, le lezioni in presenza rappresenteranno inevitabilmente meno del 50% delle modalità di formazione e si comincia già a parlare di soluzioni in «presenza a distanza» o di «lezioni frontali a distanza».
Fonti: Cifre 2014, CEGOS 2- Barometro 2015 dell’Afinef: il 45% delle aziende francesi cita gli aspetti culturali come principale freno per un passaggio all’e-learning. / Ambient Insight: nel 2013, il mercato mondiale della formazione linguistica rappresenta 56,3 miliardi di dollari. La parte del mercato della formazione linguistica a distanza rappresenta solo 2,9 miliardi di dollari (vale a dire, il 5%) / http://webobjects.cdw.com/webobjects/media/pdf/newsroom/CDWG-21st-Century-Campus-Report-0711.pdf / Studio dell’Observatoire Prospectif des Métiers et Qualifications del settore degli Organismes de formation/ Agefos PME/ Ambroise Bouteille & Associés sull’impatto della digitalizzazione sulle attività degli organismi e delle formazioni private. Settembre 2016./ http://www.ffp.org/actualite-286-etude-de-la-branche-sur-l-impact-de-la-digitalisation-sur-les-meacute-tiers-des-organismes-de-formation-priveacute-s.html#a286