Formazione linguistica: motivazione, energia per imparare!
Senza motivazione non esiste apprendimento. Le scienze cognitive svelano, da una nuova prospettiva, tutti gli elementi della motivazione e consentono di maturare la scelta di un dispositivo di formazione per imparare l’inglese.
Possiamo paragonare la motivazione a una riserva ricaricabile di energia da dedicare all’apprendimento, espressa sotto forma di entusiasmo, impegno e concentrazione.
Trasferendo tale analogia a un sistema elettrico, si potrebbe immaginare un’equazione del tipo E=RI²t (Energia = Resistenza x Intensitಠx Tempo), come di seguito riportato:
Energia spesa = Difficoltà x (Attenzione)² x Durata
Questa formula ha un valore illustrativo, ma, in ogni caso, evidenzia le componenti sulle quali può agire un dispositivo didattico per ottimizzare le risorse energetiche e il loro utilizzo nell’atto dell’apprendimento.
Un dispositivo entusiasmante, divertente e intuitivo fornirà allo studente l’energia necessaria al completamento del processo di formazione.
Un dispositivo che facilita la comprensione e la memorizzazione consumerà meno energia, ricorrendo, per esempio, a immagini, analogie, strumenti mnemotecnici e ancoraggio mnemonico.
Un dispositivo ben congegnato consentirà una buona gestione del tempo.
Facciamo riferimento ai corsi di inglese poiché si tratta dell’esigenza più diffusa, ma la nostra analisi si applica anche alle altre formazioni linguistiche in generale.
L’apprendimento è un processo complesso, richiede di acquisire:
un vocabolario importante,
una nuova pronuncia,
numerose regole grammaticali,
una nuova sintassi.
Le poche cifre di seguito riportate illustrano non solo la sfida rappresentata dall’apprendimento di una lingua, ma anche l’enorme potenziale di efficacia dei dispositivi didattici che si avvalgono dei progressi delle scienze cognitive.
Un bambino impiega tra le 12.000 e le 15.000 ore per imparare la sua lingua materna. [Fonte: Diane Larsen-Freeman (1991)].
Il Foreign Service Institute (FSI) stima che siano necessarie circa 600 ore per acquisire un livello avanzato d’inglese in ambito professionale (B2).
L’Association of Language Testers in Europe (ALTE) calcola che occorrano tra le 1.120 e le 1.300 ore per raggiungere il livello B2.
L’entusiasmo
Parafrasando Henry Ford, che diceva «l’entusiasmo è alla base di ogni progresso», si può concludere che è anche alla base di ogni apprendimento efficace.
Un dispositivo didattico ha un impatto diretto sull’energia che lo studente è disposto a impegnare durante l’apprendimento e, inoltre, ne determina le condizioni ottimali.
È importante aiutare lo studente a stimare correttamente l’energia che dovrà dedicarvi.
Una stima troppo alta rischia, ingiustamente, di far rinunciare a un pur accessibile apprendimento.
Una stima troppo bassa rischia, invece, di provocare un abbandono nel corso della formazione.
Abbiamo costruito, a livello intellettivo, metodi ad alta intensità energetica e valutiamo l’energia da impiegare, sulla base della nostra esperienza.
Proprio come un bravo insegnante, un buon dispositivo didattico è in grado di suscitare o di rafforzare la motivazione intrinseca dello studente durante tutto il processo di apprendimento.
L'impegno
Il numero di ore di formazione e la regolarità nell’apprendimento rappresentano solo alcune componenti dell’impegno.
I nostri ragazzi non hanno affatto bisogno di essere motivati a trascorrere ore su videogame a volte molto complessi. Gli ideatori dei giochi, il cui obiettivo non è didattico, sanno catturare l’attenzione dei giocatori, condurli a uno stato definito di «flusso», stato che si riscontra, spesso in modo episodico, nell’ambito del lavoro o dell’apprendimento.
Gli ideatori di videogiochi si affidano sempre più alle scoperte delle scienze cognitive per sviluppare ambienti attraenti. Sanno proporre gli stimoli immergendo il giocatore in una spirale positiva di successo, scandita da difficoltà progressive, al riparo da distrazioni. Alcuni neuroscienziati cinesi e australiani hanno anche constatato un aumento della materia grigia nei «gamers» esperti, a livello delle zone corrispondenti ai circuiti cerebrali dell’attenzione e della coordinazione senso-motoria.
Si osserva come i giochi più popolari implichino una dimensione sociale sempre più importante: parliamo di MMROPG (Massive Multiplayer Role Playing Game), su social network oppure, per esempio, nella forma di registrazioni di sessioni di gioco su YouTube.
Come per l’ambito ludico, anche l’apprendimento è soprattutto un’attività sociale.
«Si impara sempre da soli, ma mai senza gli altri», diceva Philippe Carré. Nessuno può imparare al posto di un altro, ognuno deve dar prova di autonomia, determinazione e iniziativa. Allo stesso modo, se ognuno è responsabile del proprio apprendimento, gli altri ci fanno evolvere e progredire.
La concentrazione
La concentrazione costituisce l’atto volontario che consente di aumentare il livello di attenzione e, dunque, di energia per acquisire informazioni più complesse. Il piacere di comprendere, che nutre la motivazione, viene dilatato nel tempo.
Jean-Philippe LACHAUX definisce la concentrazione nel modo seguente:
«La concentrazione si basa su un insieme di meccanismi che consentono al cervello di preferire una ricompensa astratta e lontana a una ricompensa immediata e concreta, è un controllo volontario dell’attenzione per obiettivi a lungo termine.»
Le neuroscienze permettono di visualizzare gli effetti esteriori degli stimoli «parassiti» della concentrazione. Distinguono tali stimoli in negativi (immagini, suoni, odori sgradevoli) e positivi. Questi ultimi distrarranno lo studente, ma il ritorno alla concentrazione sarà molto più facile e rapido.
Un dispositivo efficace consentirà di far alternare periodi di forte concentrazione a momenti di rilassamento, evitando i livelli di saturazione e di noia.
Scongiurerà la saturazione utilizzando immagini, metafore ed esempi per spiegare concetti complessi (regole grammaticali, per esempio). Terrà lontana la noia con stimoli positivi e abolirà quelli negativi al fine di favorire un ambiente coinvolgente, che consenta pause di assimilazione ogni 20 o 30 minuti.
La memorizzazione
Comprendere un’informazione non significa necessariamente memorizzarla; si può ricordare una canzone in una lingua sconosciuta e non quella nella propria lingua materna.
Comprensione e memorizzazione sono due processi differenti.
Gli antichi Greci avevano già messo a punto tecniche di memorizzazione efficaci (tecnica narrativa, tecnica della localizzazione, ...) che le scienze cognitive oggi riprendono e affinano.
Nell’apprendimento delle lingue, la grande difficoltà è quella di far transitare le nuove informazioni dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine.
Senza un ripasso, l’80% di quello che si impara viene dimenticato dopo 48 ore.
Le scienze cognitive misurano in modo preciso le necessità di ripasso in funzione della difficoltà dell’informazione da ricordare (ripetizione distanziata).
In generale, si parla dell’equazione MBT => MLT = 5 R
Il passaggio dalla Memoria a Breve Termine alla Memoria a Lungo Termine richiede 5 Ripetizioni:
1ª - Subito dopo il primo apprendimento.
2ª - Un giorno dopo.
3ª - Una settimana dopo.
4ª - Un mese dopo.
5ª - Da tre a sei mesi dopo.
Un buon dispositivo di formazione modula l’apprendimento per tener conto della realtà fisiologica di memorizzazione.
La ripetizione non è la sola tecnica di memorizzazione, possiamo proporre agli studenti strumenti mnemotecnici o aiutarli a svilupparne di personali.
Ciò accresce, evidentemente, l'efficacia dell'apprendimento.
Si utilizzeranno informazioni già ancorate nella memoria o facili da assimilare e le si assoceranno, volontariamente, a nuove informazioni da memorizzare.
In inglese, per ricordare come ordinare, in una frase, gli aggettivi a seconda della natura di ciò che descrivono, si può, facilmente, memorizzare l’acronimo «OPSHACOM».
Esso sta per: OPinion (opinione) – SHApe (forma) – Colour (colore) – Origin (origine) – Material (materiale).
Esempio: lovely small black British leather shoes
Decodifica: lovely (OPinion) small (SHApe) black (Colour) British (Origin) leather (Material).
Traduzione letterale: belle piccole scarpe nere inglesi in pelle.
Nel corso degli anni, la capacità di concentrazione e lo spirito di sacrificio si sono sempre più ridotti.
Un dispositivo di formazione efficace dovrà, pertanto, inevitabilmente considerare l’aspetto motivazionale al centro della sua didattica.
Formazione linguistica: motivazione, energia per imparare!
Senza motivazione non esiste apprendimento. Le scienze cognitive svelano, da una nuova prospettiva, tutti gli elementi della motivazione e consentono di maturare la scelta di un dispositivo di formazione per imparare l’inglese.
Possiamo paragonare la motivazione a una riserva ricaricabile di energia da dedicare all’apprendimento, espressa sotto forma di entusiasmo, impegno e concentrazione.
Trasferendo tale analogia a un sistema elettrico, si potrebbe immaginare un’equazione del tipo E=RI²t (Energia = Resistenza x Intensitಠx Tempo), come di seguito riportato:
Energia spesa = Difficoltà x (Attenzione)² x Durata
Questa formula ha un valore illustrativo, ma, in ogni caso, evidenzia le componenti sulle quali può agire un dispositivo didattico per ottimizzare le risorse energetiche e il loro utilizzo nell’atto dell’apprendimento.
Facciamo riferimento ai corsi di inglese poiché si tratta dell’esigenza più diffusa, ma la nostra analisi si applica anche alle altre formazioni linguistiche in generale.
L’apprendimento è un processo complesso, richiede di acquisire:
Le poche cifre di seguito riportate illustrano non solo la sfida rappresentata dall’apprendimento di una lingua, ma anche l’enorme potenziale di efficacia dei dispositivi didattici che si avvalgono dei progressi delle scienze cognitive.
L’entusiasmo
Parafrasando Henry Ford, che diceva «l’entusiasmo è alla base di ogni progresso», si può concludere che è anche alla base di ogni apprendimento efficace.
Un dispositivo didattico ha un impatto diretto sull’energia che lo studente è disposto a impegnare durante l’apprendimento e, inoltre, ne determina le condizioni ottimali.
È importante aiutare lo studente a stimare correttamente l’energia che dovrà dedicarvi.
Abbiamo costruito, a livello intellettivo, metodi ad alta intensità energetica e valutiamo l’energia da impiegare, sulla base della nostra esperienza.
L'impegno
Il numero di ore di formazione e la regolarità nell’apprendimento rappresentano solo alcune componenti dell’impegno.
I nostri ragazzi non hanno affatto bisogno di essere motivati a trascorrere ore su videogame a volte molto complessi. Gli ideatori dei giochi, il cui obiettivo non è didattico, sanno catturare l’attenzione dei giocatori, condurli a uno stato definito di «flusso», stato che si riscontra, spesso in modo episodico, nell’ambito del lavoro o dell’apprendimento.
Gli ideatori di videogiochi si affidano sempre più alle scoperte delle scienze cognitive per sviluppare ambienti attraenti. Sanno proporre gli stimoli immergendo il giocatore in una spirale positiva di successo, scandita da difficoltà progressive, al riparo da distrazioni. Alcuni neuroscienziati cinesi e australiani hanno anche constatato un aumento della materia grigia nei «gamers» esperti, a livello delle zone corrispondenti ai circuiti cerebrali dell’attenzione e della coordinazione senso-motoria.
Si osserva come i giochi più popolari implichino una dimensione sociale sempre più importante: parliamo di MMROPG (Massive Multiplayer Role Playing Game), su social network oppure, per esempio, nella forma di registrazioni di sessioni di gioco su YouTube.
«Si impara sempre da soli, ma mai senza gli altri», diceva Philippe Carré. Nessuno può imparare al posto di un altro, ognuno deve dar prova di autonomia, determinazione e iniziativa. Allo stesso modo, se ognuno è responsabile del proprio apprendimento, gli altri ci fanno evolvere e progredire.
La concentrazione
La concentrazione costituisce l’atto volontario che consente di aumentare il livello di attenzione e, dunque, di energia per acquisire informazioni più complesse. Il piacere di comprendere, che nutre la motivazione, viene dilatato nel tempo.
Jean-Philippe LACHAUX definisce la concentrazione nel modo seguente:
Le neuroscienze permettono di visualizzare gli effetti esteriori degli stimoli «parassiti» della concentrazione. Distinguono tali stimoli in negativi (immagini, suoni, odori sgradevoli) e positivi. Questi ultimi distrarranno lo studente, ma il ritorno alla concentrazione sarà molto più facile e rapido.
Scongiurerà la saturazione utilizzando immagini, metafore ed esempi per spiegare concetti complessi (regole grammaticali, per esempio). Terrà lontana la noia con stimoli positivi e abolirà quelli negativi al fine di favorire un ambiente coinvolgente, che consenta pause di assimilazione ogni 20 o 30 minuti.
La memorizzazione
Comprendere un’informazione non significa necessariamente memorizzarla; si può ricordare una canzone in una lingua sconosciuta e non quella nella propria lingua materna.
Comprensione e memorizzazione sono due processi differenti.
Gli antichi Greci avevano già messo a punto tecniche di memorizzazione efficaci (tecnica narrativa, tecnica della localizzazione, ...) che le scienze cognitive oggi riprendono e affinano.
Nell’apprendimento delle lingue, la grande difficoltà è quella di far transitare le nuove informazioni dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine.
Senza un ripasso, l’80% di quello che si impara viene dimenticato dopo 48 ore.
Le scienze cognitive misurano in modo preciso le necessità di ripasso in funzione della difficoltà dell’informazione da ricordare (ripetizione distanziata).
In generale, si parla dell’equazione MBT => MLT = 5 R
Il passaggio dalla Memoria a Breve Termine alla Memoria a Lungo Termine richiede 5 Ripetizioni:
Un buon dispositivo di formazione modula l’apprendimento per tener conto della realtà fisiologica di memorizzazione.
La ripetizione non è la sola tecnica di memorizzazione, possiamo proporre agli studenti strumenti mnemotecnici o aiutarli a svilupparne di personali.
Ciò accresce, evidentemente, l'efficacia dell'apprendimento.
Si utilizzeranno informazioni già ancorate nella memoria o facili da assimilare e le si assoceranno, volontariamente, a nuove informazioni da memorizzare.
In inglese, per ricordare come ordinare, in una frase, gli aggettivi a seconda della natura di ciò che descrivono, si può, facilmente, memorizzare l’acronimo «OPSHACOM».
Esso sta per: OPinion (opinione) – SHApe (forma) – Colour (colore) – Origin (origine) – Material (materiale).
Nel corso degli anni, la capacità di concentrazione e lo spirito di sacrificio si sono sempre più ridotti.
Un dispositivo di formazione efficace dovrà, pertanto, inevitabilmente considerare l’aspetto motivazionale al centro della sua didattica.